Vero: L’app che sfida i Social
È stata scaricata oltre un milione di volte nelle ultime settimane ma esiste dal 2015. Non ha pubblicità e consente di condividere foto, musica e libri

Vero consente di suddividere la propria lista di contatti in una sorta di classifica di importanza che va da “amici stretti” a “follower”, passando per “amici” e “conoscenti”. Quattro gruppi di persone a cui possiamo scegliere di rivelare o meno i nostri contenuti, così come al contrario possiamo decidere di chi vedere i post. Uno degli slogan di Vero, infatti, è «il social autentico», proprio per la peculiarità dei rapporti tra gli utenti. «La maggior parte dei social riduce gli utenti ad amici o follower. Noi vogliamo creare un social che vi faccia sentire voi stessi. Da qui il nome “Vero”», scrivono ancora gli sviluppatori dell’app. Al momento è completamente gratuita e lo rimarrà, anche se non è da escludersi che ci possano essere delle novità in questa direzione.
Niente pubblicità e post cronologici
L’assenza di pubblicità rende l’app più sicura per chi si iscrive, perché i propri dati non vengono presi da terzi per scopi commerciali. Ma rimane un’incognita per il futuro, dato che ora i proprietari di Vero non stanno guadagnando da questo progetto e forse vorrebbero far fruttare la loro idea. L’altra grande novità è il feed dei post: oltre a poter selezionare quelli da vedere tra quelli scritti dai nostri contatti, Vero li mostra in ordine cronologico. Infatti non ci sono algoritmi che regolano il flusso di notizie. Sembra proprio quest’ultima la forza dell’app, perché Instagram e Facebook spesso vengono accusate dagli utenti di avere una home caotica, in cui è difficile capire quali post sono i più recenti e quali più vecchi.
Luci e ombre di proprietari e dipendenti
L’app sta avendo popolarità non solo per le sue caratteristiche tecniche, ma anche per la sua creazione e gestione. Dietro a Vero c’è infatti Ayman Hariri, Ceo e co-fondatore insieme a Motaz Nabulsi e Scott Birnbaum. Hariri è figlio dell’ex primo ministro libanese Rafic Hariri, assassinato nel 2005 mentre il figlio era già negli Stati Uniti per studio. Ayman è stato anche Ad di Saudi Oger, azienda edile fondata dal padre accusata di sottopagare e non garantire assicurazioni ai dipendenti. La società è stata chiusa nel 2017. Altre controversie riguardano i dipendenti di Vero, che secondo indiscrezioni sarebbero anche in Russia, ma un portavoce di Vero ha dichiarato che oltre a Mosca, uffici si trovano anche in Usa, Francia, Germania e altri Paesi dell’est Europa, «come ogni altra compagnia tech globale».
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2 Comments
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Richiesto, grazie mille.
Non c’è di che.